L’officina della guerra

Ingresso libero fino a esaurimento dei 64 posti.
È consigliata la prenotazione: 0373 229092 libreria.cremasca@gmail.com
Nel corso della Grande Guerra il flusso della vita e della storia si interruppe almeno per un momento e lì, in quell’arresto del battito cardiaco della storia europea, si poterono cogliere simultaneamente l’agonia del vecchio mondo e l’irrompere del nuovo: l’una non ancora compiuta, l’altro non ancora pienamente dispiegato, ma già chiaramente visibile tra i lampi e gli scoppi, tra le montagne di cadaveri, i laboratori fotografici e gli studi psichiatrici.
Fu allora che lo specchio della civiltà occidentale andò in frantumi. Fu allora che un “colpo di tuono” squarciò il velo del progresso e aprì le porte alla modernità, disvelandone la micidiale ambivalenza. L’officina della guerra – qui proposta in terza edizione con un saggio inedito dell’autore – voleva dire anche questo. E l’essere riuscita, in qualche misura, a dirlo ha permesso di aprire in Italia una nuova, vitalissima stagione di studi sulla Prima guerra mondiale come spartiacque decisivo della storia contemporanea.
Antonio Gibelli è stato a lungo docente di Storia contemporanea all’Università di Genova. Storico originale, che ha più volte affiancato alle fonti consuete della narrazione storica gli archivi dell’esclusione e le scritture degli illetterati, ha al suo attivo numerosi volumi, tra cui Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò (2005), La grande guerra degli italiani 1915-1918 (2014), La guerra grande. Storie di gente comune (2016) e 26 gennaio 1994 (2018). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale (1991 e 2007).
FuoriDalMediaEvo è un’associazione culturale aperta, nata a Como nel 2008, che si propone di: creare momenti di confronto ed esperienza sottratti alla logica della comunicazione tele-visiva, propagandistica, pubblicitaria; sviluppare e diffondere un pensiero critico nei confronti della società dello spettacolo; stimolare un confronto sulle coerenze necessarie tra i comportamenti, gli stili di vita e le idee; sostenere la convinzione che solo il pluralismo delle esperienze sociali può fondare un autentico pluralismo nell’informazione; sostenere il principio che deve essere l’informazione un corollario dell’esperienza e non l’esperienza un corollario dell’informazione.
